Attività fisica over 60

Se è vero che siamo fatti per stare in movimento, pensate a quanti danni a breve e lungo termine può creare uno stile di vita sedentario. Le nostre articolazioni, la flessibilità muscolare, il cuore, il sistema immunitario e tutto l’organismo ne risentirebbero terribilmente e, il prezzo di uno stile di vita come questo, si paga soprattutto dopo una certa età.

La sfida che affrontano gli over 60 è quella di preservare e mantenere le abilità fisiche e mentali che li rendono indipendenti. Questo è un percorso che non dovrebbe iniziare in età avanzata (magari dopo una vita di abitudini non salutari) ma deve essere anticipato il più possibile.

Lo sport non è solo un modo per ottenere un corpo invidiabile o un pretesto per divertirsi e stare in compagnia. Gli effetti benefici dell’attività fisica sono soprattutto sulla salute fisica e psicologica. L’impatto che la pratica sportiva ha sulla nostra persona è qualcosa che va oltre la forma fisica.

Fare sport a 60 anni o più, è spesso considerato una cosa fuori dal normale quando praticare attività fisica dovrebbe essere un’abitudine consolidata a prescindere da tutto.

Oggi, se abbiamo un’aspettativa di vita così alta, si deve ai progressi della medicina, a stili di vita più confortevoli e ad una migliore alimentazione. Cresce l’aspettativa di vita, ma non crescono di pari passo anche gli anni di vita vissuti in salute, senza limitazioni al movimento, dolori e malattie croniche. Ciò significa che la qualità della vita dopo una certa età si riduce notevolmente. Fumo, obesità, alimentazione scorretta, abuso di alcool ed insufficiente attività fisica sono gli elementi che più impattano sulla qualità della vita, soprattutto dopo i 60 anni. È questa infatti l’età in cui si raccolgono i frutti di quanto si è seminato negli anni di vita adulta. L’allungamento della vita si accompagna infatti, soprattutto nella popolazione anziana, alla diffusione di patologie croniche.

L’invecchiamento è un processo regolato dalla genetica, ma lo stile di vita influenza profondamente l’entità dei processi.

Con l’invecchiamento ed il cambiamento dei livelli ormonali, si ha una graduale riduzione della capacità di sintesi di tessuto muscolare. Non solo, in assenza di protocolli di allenamento, si ha anche una più rapida perdita del tessuto muscolare che si definisce sarcopenia, con conseguente riduzione dei livelli di forza. Anche l’osteopenia e la più grave osteoporosi (ossia la perdita di densità e resistenza del tessuto osseo) sono condizioni che possono insorgere con l’età rendendo le ossa più fragili a cadute o carichi.

Un programma di allenamento contro resistenza e con l’uso di sovraccarichi aiuta a prevenire osteorporosi e sarcopenia.

L’atleta con più di 60 anni deve quindi cercare di mantenere in salute non solo il sistema cardiovascolare, ma anche l’apparato muscolo-scheletrico. Una strategia di allenamento ottimale potrebbe essere quella di alternare allenamenti cardio a sedute con sovraccarichi orientate al mantenimento della forza e del tessuto muscolare.

Anche per l’atleta sopra i 60 anni, sarà necessario cercare delle progressioni nelle sedute di allenamento. È evidente che il livello delle progressioni nel tempo e l’incremento della difficoltà sarà più lieve rispetto ad atleti più giovani. È come sempre importante conoscere la storia clinica dell’atleta e gli infortuni pregressi del soggetto. In questo modo si avrà la possibilità di inserire nel programma di allenamento esercizi utili alla prevenzione degli infortuni, escludendo, invece, esercizi che sollecitino eccessivamente strutture indebolite da infortuni passati.

L’allenamento deve essere un processo continuativo e costante. È fondamentale scegliere attività che piacciano il più possibile all’atleta, ma questo non può essere l’unico criterio. Alcuni allenamenti possono essere più adatti di altri, per quanto riguarda l’impatto sistemico e la salute articolare del soggetto.