Mobilità articolare

La mobilità articolare o flessibilità è ” la capacità di una o di un insieme di articolazioni, di muoversi liberamente per tutto il proprio range di mobilità con la massima escursione articolare possibile, senza alcun limite e senza dolore”.

Dal punto di vista del fitness la mobilità articolare, rappresenta una qualità importante per un soggetto attivo. Essa contribuisce infatti a mantenere il benessere fisico, una corretta postura, ad economizzare i gesti, migliorare le performances sportive, sviluppare la forza e prevenire gli infortuni muscolo-tendinei-articolari.

Dal punto di vista della performance, la mobilità articolare costituisce una componente essenziale della prestazione motoria e come tale deve essere sviluppata e mantenuta attraverso un adeguato programma di allenamento.

Fattori che influenzano la mobilità articolare:

  1. Struttura anatomica dell’articolazione (Legamenti, Capsula Articolare, Tendini, Muscoli, Pelle, Tessuto Adiposo): le limitazioni poste da strutture ossee si osservano solo per alcune articolazioni , tuttavia in ognuna di queste,  i cosiddetti tessuti molli sono quelli che influenzano e vincolano maggiormente il grado di mobilità e libertà articolare. La capsula ed i tessuti connettivi ad essa associati offrono, insieme al muscolo, la maggior parte della resistenza alla flessibilità ad angoli medi di movimento, mentre agli angoli estremi del range articolare il maggiore effetto limitante e resistente è offerto dai tendini. Le limitazioni prodotte dai tessuti molli e la flessibilità, possono essere modificate dall’esercizio e dall’allenamento specifico, vista la natura in parte elastica di alcuni di questi tessuti.
  2. Fattori fisiologici (Sesso, Età, Temperatura corporea, Temperatura atmosferica, Ora del giorno, Stanchezza, Stato d’animo):
  • POSITIVI

Il riscaldamento motorio (a 45°C la flessibilità dinamica aumenta di circa il 20%)
Il riscaldamento passivo: un bagno caldo aumenta fortemente le condizioni di mobilità delle articolazioni.
L’ora del giorno: meglio il pomeriggio o la tarda mattinata.

  • NEGATIVI

La mancanza di riscaldamento.
Il freddo (a 18°C si ha una riduzione della mobilità articolare pari al 10-20%)
La prestazione sportiva nelle ore mattutine, dopo il riposo notturno.
La stanchezza (la maggior parte degli incidenti nello sport avviene quando l’atleta è stanco e viene meno la possibilità di controllare i movimenti).

Un eccesso di flessibilità porta spesso ad  instabilità–lassità articolare, provocando problemi gravi quanto un suo difetto. Esiste infatti un compromesso tra flessibilità e stabilità. Quando si diventa “più sciolti” o più agili in una particolare articolazione, i muscoli stabilizzatori offrono meno supporto. Una flessibilità eccessiva può così diventare pericolosa al pari di una ridotta mobilità articolare. Entrambe le condizioni aumentano infatti il rischio di lesioni.
Anche se non arrivano a lacerarsi, legamenti e tendini allungati possono influire sulla stabilità dell’articolazione, aumentando enormemente il rischio di lesione.

Un rapporto molto delicato è quello che intercorre fra flessibilità e forza dell’atleta.
Spesso si osserva che soggetti molto forti presentano una limitata capacità di mobilità e, viceversa, soggetti molto flessibili sono poco dotati di forza.
L’allenamento di questa capacità ha come obiettivo quello di mantenere dei rapporti armonici fra essa e la forza, in base ai livelli ottimali tipici di ogni disciplina.