Riabilitazione post – intervento chirurgico

La riabilitazione post chirurgica comprende tutte gli strumenti che il fisioterapista utilizza per raggiungere il massimo recupero del paziente a seguito di un intervento chirurgico.

In questo tipo di riabilitazione ci si avvale di:

Tecniche manuali: massoterapia, mobilizzazioni articolari e miofasciali ecc…

Mezzi fisici: laser, tecar , ultrasuoni, elettrostimolazioni ecc…

Esercizio terapeutico: detto “passivo” se a carico del terapista o di strumenti particolari, “attivo assistito” se il movimento è coadiuvato e controllato direttamente dal fisioterapista, “attivo” se il movimento è eseguito solo ed esclusivamente dal paziente.

Parlare di fasi ben distinte e differenziate tra loro non è del tutto corretto, però a scopo esplicativo, si tende a raccontare il ciclo terapeutico in 4 fasi principali:

  • La prima fase  del ciclo terapeutico ha come obbiettivi la diminuzione del dolore e il controllo dell’infiammazione, è fondamentale che il paziente inizi ad avere sollievo nel minor tempo possibile, da stati algici e infiammatori fastidiosi. Per raggiungere questo fine si utilizzano dunque dispositivi fisici e particolari tecniche manuali come il linfodrenaggio o il massaggio drenante. In alcuni casi anche l’esercizio terapeutico, se ben dosato può rivelarsi un valido aiuto.
  • La seconda fase del percorso terapeutico è caratterizzata dall’aumento, e talvolta recupero completo, del range articolare: rispetto all’inizio, dato che i sintomi si sono attenuati, il fisioterapista può aumentare l’intensità delle mobilizzazioni e la frequenza degli esercizi in modo da poter ampliare l’arco del movimento.
  • La terza fase  del ciclo di terapie è costituita dal recupero della forza e della resistenza. In questo step, l’articolazione ha guadagnato tutto, o quasi tutto, il movimento ed ora occorre lavorare per garantirgli stabilità, rinforzando i muscoli stabilizzatori, e la possibilità di muoversi attivamente, lavorando sulla resistenza. L’esercizio terapeutico attivo, coadiuvato dall’utilizzo di resistenze più o meno importanti come pesi, elastici, o la semplice gravità sono i protagonisti di questa fase. Sarà abilità del fisioterapista saper valutare la giusta dose di carico allenante con cui far lavorare il paziente.
  • La quarta fase  ha l’obbiettivo di garantire il recupero della massima funzionalità dell’arto. Oltre alle tecniche manuali e agli esercizi muscolari, in questa fase si lavora molto con superfici instabili, al fine di migliorare la propriocettività e l’equilibrio articolare.

Ci sono moltissimi fattori che determinano la durata del ciclo fisioterapico : la motivazione del paziente, il distretto corporeo che viene operato e il tipo di chirurgia a cui è sottoposto, la qualità del percorso fisioterapico che è definito non solo dalle tecniche che utilizza, ma anche dal tipo di rapporto empatico che riesce a creare con il paziente, dalla sua capacità di motivare la persona.