I casi più frequenti in cui la fisioterapia può essere d’aiuto

Lo scopo principale del fisioterapista è sia quello di prevenire, sia quello di curare delle difficoltà motorie presentatesi in seguito ad un trauma oppure dovuti ad altre cause: fisiologiche e posturali.

Il lavoro di prevenzione lo può fare quando identifica delle abitudini scorrette, spesso posturali, che in futuro potrebbero diventare patologiche. Negli atleti invece la prevenzione consiste nell’allenamento della propriocezione e nel rinforzo muscolare mirato per prevenire gli infortuni.

Nella realtà dei fatti sono poche le persone che si rivolgono al fisioterapista in un’ottica di prevenzione. Sono invece molte purtroppo, quelle che si rivolgono alla fisioterapia dopo l’insorgere di un dolore acuto oppure prolungato nel tempo e quindi dopo il manifestarsi della patologia. A questo punto si parla di cura e non più di prevenzione.

Per la cura della patologia il fisioterapista può praticare diverse terapie (manuali o strumentali), per ridurre il dolore e far recuperare al paziente la capacità motoria. Il fisioterapista individua la terapia o le terapie più adatte in base alla causa della limitazione e segue il paziente durante tutto il percorso di recupero.

I casi più frequenti nei quali la fisioterapia può essere d’aiuto sono:

  • frattura: le opzioni terapeutiche, a seconda del tipo, possono essere l’immobilizzazione con gesso o tutore o la chirurgia per stabilizzare la frattura. In caso di immobilizzazione la fisioterapia entra in gioco dopo la rimozione del gesso o del tutore, quando la frattura è stabile;
  • post-operazione chirurgica: a scopo esplicativo distinguiamo quattro fasi del trattamento fisioterapico le quali, nella realtà, non devono essere obbligatoriamente differenziate tra loro. Nella prima fase gli obiettivi sono diminuzione del dolore e il controllo dell’infiammazione; nella seconda l’aumento e, talvolta, recupero completo del range articolare; nella terza il recupero della forza e della resistenza; nell’ultima il recupero della massima funzionalità dell’arto.
  • distorsione articolare: comprende, in ordine di severità, un ampio ventaglio di lesioni la cui terapia spazia dal semplice riposo associato a farmaci, alla fisiochinesiterapia e terapia fisica (ultrasuoni, ionoforesi, tecarterapia, ecc…), al bendaggio funzionale, all’immobilizzazione con apparecchio gessato fino all’intervento chirurgico ricostruttivo.
  • lussazione articolare: dopo un periodo di immobilizzazione, il programma di riabilitazione si focalizzerà sul ripristino della mobilità dell’articolazione lesa, sull’ottimizzazione della relazione tensione-lunghezza del muscolo e sul ripristino del controllo neuromuscolare.