Cicatrici e squilibri posturali
La pelle costituisce il rivestimento più esterno del nostro corpo. Nell’uomo è l’organo più esteso dell’apparato tegumentario e svolge varie funzioni come mediatore tra l’organismo ed il mondo esterno. Qualsiasi danno che coinvolga il derma e la giunzione dermo-epidermica comporta inevitabilmente la comparsa di cicatrici. Quest’ultime, da un punto di vista funzionale, creano nel tempo dei veri e propri punti fissi (che possiamo immaginare come dei nodi da cui generano tensioni dirette ai tessuti circostanti ) che tenderanno a coinvolgere sempre più strutture, seguendo un andamento che solitamente si estende a ventaglio).
In relazione al tipo di processo di cicatrizzazione avvenuto le cicatrici possono distinguersi in:
- Normali: che producono un esito cicatrizzale congruo con la ferita stessa;
- Ipertrofiche: che producono una eccessiva riparazione;
- Atrofiche: che producono una carente riproduzione;
- Cheloidee: esuberante che copre una superficie maggiore della ferita che l’ha causata.
Tutte le cicatrici, se non trattate, possono nel tempo influire sull’equilibrio posturale di ogni soggetto. La discontinuità del manto cutaneo, dovuto da un trauma o ad un intervento chirurgico è una condizione facilmente riscontrabile nei pazienti. Molto spesso il paziente non considera la cicatrice come possibile fonte di sintomi o problematiche che possono insorgere sulla struttura, sul sistema viscerale o sul fronte emozionale.
Una lesione cicatriziale non si ferma alla superficie della pelle, ma continua in profondità con collegamenti sistemici che interessano tutto il corpo. Ecco perché spesso da una cicatrice deriva un quadro sintomatologico ampio, non localizzato al distretto dove si osserva la discontinuità cutanea. Pensiamo per esempio ad una cervicalgia scatenata da una cicatrice post-chirurgica da tiroidectomia.
Le cicatrici, specie quelle patologiche, possono squilibrare l’organismo a vari livelli:
- Posturale: per l’azione sui recettori cutanei e l’effetto perturbante sul sistema tonico posturale. Infatti una cicatrice retratta, ipertrofica o cheloide è in grado di stirare i recettori cutanei e provocare afferenze propriocettive ed esterocettive alterate. Il sistema tonico posturale viene così disturbato da queste afferenze, generando una risposta muscolare anomala. Tale risposta anomala è in grado di generare delle dismetrie funzionali , come per esempio una falsa scoliosi. Trattando la cicatrice patologica, si ottiene la scomparsa della dismetria e della curvatura scoliotica “adattativa”;
- Muscolo-fasciale: a causa della fibrosi della cicatrice, la catena muscolo-connettivale presenta zone di minore elasticità, generando un disturbo localizzato che si ripercuote sempre a livello globale, sull’equilibrio delle catene cinetiche in toto;
- Linfatico: una cicatrice patologica può alterare il deflusso linfatico locale;
- Energetico: quando un meridiano viene attraversato da una cicatrice, specie se ipertrofica, si ha un “effetto barriera”, con conseguenze legate al disturbo della circolazione energetica;
- Endocrino e metabolico: per l’anomala secrezione di adrenalina e l’ipersimpaticotonia (aumento dell’attività del sistema simpatico e parasimpatico) che, spesso, si attiva con il semplice sfioramento dei vestiti sulla cicatrice.
Tra gli squilibri posturali più comuni che è possibile trattare con l‘osteopatia:
- Blocchi vertebrali;
- Cefalee;
- Emicranie;
- Fatica cronica.